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Rosanna Curi

Presidente Einstein Alumni



Racconto a due voci di una storia quasi incredibile

I protagonisti: “I Promessi Sposi”, il Quaglia e Davide, uno studente fuori dal comune

Carissimi Ex Alunni e Amici dell’Einstein,

In un momento difficile della storia del sistema scolastico italiano e della società italiana, europea e mondiale, la scorsa primavera è stata pubblicata una novità assoluta: una lettura, a due voci e con due logiche espressive diverse, di uno dei classici della letteratura italiana: I Promessi Sposi.  Gli autori sono una “strana coppia”: un nostro docente dell’Einstein e un suo ex allievo liceale, assai diversi per età, ispirazione culturale e prospettive socio-politiche.

Paolo Quaglia è il professore, docente di Lettere al biennio del nostro Liceo da molti anni, lettore appassionato ed appassionante del romanzo manzoniano.  Davide Borghi è l’allievo. Dopo il biennio al Liceo Einstein, durante il quale ha avuto come docente il Prof. Quaglia, avendo scoperto la sua passione per le materie umanistiche senza per questo disprezzare quelle scientifiche, ha frequentato, dal settembre 2017, il Liceo Classico Statale “Carducci” di Milano. Davide ha sostenuto l’atipico esame di maturità al Carducci lo scorso giugno. “Atipico”, lo sappiamo tutti, perché segnato dalle severe procedure di sicurezza stabilite proprio a causa della pandemia Covid-19.

Il Professor Quaglia e Davide ci hanno rilasciato una breve intervista, di cui siamo felici di riportare qualche passaggio, orgogliosi che tutto questo sia nato all’interno del nostro Liceo.

Prof. Quaglia. Ci racconta qual è stata la spinta che l’ha portata a realizzare questa bella collaborazione “insegnante-studente” su “I Promessi Sposi”?

Paolo Quaglia: Tra le tante buone ragioni che mi fanno preferire l’insegnamento al biennio occupa un posto importante l’annuale rilettura de “I Promessi Sposi”. La trovo, infatti, non solo un’opportunità per mostrare ai miei ‘piccoletti’ come si possa condurre una lettura approfondita, critica, di un romanzo, ma anche la perfetta occasione per farli riflettere, confrontandoci insieme, su alcune questioni fondamentali per la loro vita come individui autonomi e come membri della società.

E a te, Davide, come mai ti è venuto in mente di collaborare con il tuo insegnante di lettere?

Davide Borghi: Nel corso della lettura de “I Promessi Sposi” il prof. ci ha dato delle schede introduttive e dei riassunti dei vari capitoli che mi sono stati d’aiuto. Ho pensato che questo materiale avrebbe potuto aiutare tanti altri studenti se fosse stato pubblicato. Quando ero già passato dal Liceo Einstein al Liceo Carducci, ne ho parlato con il prof e da lì tutto è nato…

Professore, cos’è importante comunicare ai suoi studenti per crescere?

Paolo Quaglia: Penso, limitandomi a un solo esempio, all’importanza dell’istruzione, della cultura. Nel romanzo Renzo è vittima del “latinorum” usato da Don Abbondio e capita spesso che chi più sa, approfitti del suo sapere a danno di chi è ignorante. Renzo, che è sì analfabeta ma intelligente, lo capisce perfettamente e deciderà di far imparare ai suoi figli a leggere e scrivere. Oggi, per fortuna, il diritto all’istruzione è sentito come un diritto universale, peraltro sempre da difendere e da estendere. Non sempre, però, i giovani studenti si rendono conto della fortuna che hanno. Ritengo doveroso farli riflettere sul fatto che la scuola è un’enorme possibilità e che come tale va sfruttata. Le peripezie del povero Renzo mi aiutano.

Certo che comunicare valori importanti come la cultura e la cittadinanza attraverso “I Promessi Sposi” non deve essere un’impresa semplice con degli adolescenti di 14 e 15 anni…

Paolo Quaglia: Per mia fortuna mi è capitato e mi capita di avere qualche riscontro che il mio lavoro su “I Promessi Sposi” sia stato e sia apprezzato da qualcuno dei tanti ‘piccoletti’ con cui ho avuto a che fare. Sarebbe rimasto, però, ‘privato’, in un certo senso, e non ‘pubblico’ se la sorte, il destino, la divina provvidenza – a seconda dei vari punti di vista – non mi avesse fatto incontrare Davide, un ‘piccoletto’ davvero fuori dal comune…

Che sensazione dà pubblicare un libro in giovane età e, soprattutto, in tempo di Covid?

Davide Borghi: Arrivare a pubblicare un libro mi è sembrato all’inizio un sogno a occhi aperti, ma un sogno davvero bello, per cui valesse la pena impegnarsi. Lavorare insieme è stato anche non facile, ma bello in sé e per sé.

Paolo Quaglia: Abbiamo, poi, trovato un editore, che ha capito, sia pure non subito, di che cosa si trattasse e quali fossero le particolarità di questo scritto. Il “sogno” è diventato un libro di carta, in copertina e pagine: “Lettura a due voci dei Promessi Sposi”, di Paolo Quaglia-Davide Borghi, Libraccio Editore. Adesso non ci resta che trovare dei lettori e puntare sul passaparola: possiamo contare su di voi, che avete letto questa storia quasi incredibile, vero?

E noi, molto volentieri, raccontiamo questa storia e passiamo parola…